GEMS & JEWELLERY
Ottobre 2015
Questo numero della rivista inglese inizia con la sesta puntata della serie di articoli fotografici di Millington sul diamante; qui l’autore esamina alcuni esempi clamorosi di danneggiamenti superficiali, quali ad esempio spigoli molto abrasi, superfici delle faccette completamente bruciate e graffi molto estesi e marcati.
L’articolo successivo, di Susan Stronge e Johanna Whalley, descrive la Collezione Al Thani (lo sceicco del Qatar), che comprende alcuni pezzi notevolissimi come per esempio l’incredibile Agra Diamond, di colore fantasia intenso rosa del peso di 28.20 ct; una selezione di più di 100 pezzi sarà in esposizione al Victoria and Albert Museum dal 21 novembre 2015 al 28 marzo 2016 e questo evento sarà sicuramente un’occasione unica per tutti gli amanti delle gemme e dei gioielli di importanza storica.
Sempre parlando di gemme storiche, è sicuramente interessante il breve lavoro che il noto storico del gioiello Jack Ogden dedica allo spinello rosso Hope del peso di 50,13 ct, recentemente venduto all’asta a Londra per una cifra record (£19710 al carato). La pietra, come indica il nome, fece parte della Collezione Hope che comprendeva 750 pezzi, incluso naturalmente il celebre diamante blu. Due scultori di cristalli sono protagonisti di due articoli successivi: mentre Lawrence Stoller ci illustra in un’intervista le motivazioni che sono alla base della sua attività, Helen Serras-Herman descrive il cosiddetto “Diaspro Bumble Bee”, che è in realtà una roccia vulcanica ritrovata in Indonesia e composta da più di 41 componenti, tra cui due minerali contenenti arsenico (orpimento e realgar) che sono alla base della sua colorazione giallo-arancia intensa. Questo colore peculiare ha reso il materiale molto ricercato da collezionisti e dai tagliatori e ciò, unitamente al fatto che, dopo solo 4 anni, l’estrazione si è interrotta a causa dell’allagamento della miniera, ne ha fatto schizzare alle stelle il prezzo sul mercato. A causa della sua composizione, alcune precauzioni debbono essere prese durante la lavorazione, come l’autrice non manca di sottolineare; data la sua bassa durezza, il “Diaspro Bumble Bee” è facilmente lavorabile, ma ciò lo rende prevalentemente adatto all’utilizzo su orecchini o pendenti piuttosto che su anelli. Gli ultimi lavori contenuti in questo numero sono due brevissime presentazioni da parte di Fabian Shmitz e Alain de Goutere, aventi come soggetto rispettivamente il quarzo in quanto materiale apprezzato sia dai gemmologi sia dagli artisti e un particolare diamante verde sintetico.