Siamo abituati ad immaginare il diamante come una pietra incolore, cristallina, sfavillante di mille colori per gli effetti della la riflessione e dispersione della luce al suo interno. In realtà il minerale diamante può avere colori diversi: la maggior parte di quelli raccolti in natura vanno da incolore a sfumature di giallo paglierino più o meno intenso; sono però possibili anche sfumature brune, blu, verdi rosa, arancio, fino a violacee. Rarissimi (praticamente introvabili) i diamanti rossi.
Quali sono le cause di queste sfumature di colore?
Elementi in traccia e tipi di diamante
Il diamante è costituito quasi esclusivamente da carbonio cristallizzato nel sistema cubico.
È tuttavia possibile rilevare la presenza di atomi di altri elementi dispersi in traccia nella struttura. Azoto (N), idrogeno (H) e meno frequente boro (B), sono presenti nella struttura del diamante in sostituzione di atomi di carbonio. Questi elementi sono responsabili di alcune tonalità di colore. L’azoto ad esempio è, come vedremo, un’importante causa di colore in particolare del giallo.
In campo scientifico, i diamanti vengono suddivisi divisi in due diversi tipi in base alla presenza o assenza di azoto (N):
il tipo I (presenza di N) ed il tipo II (assenza di N).
I diamanti di tipo II sono decisamente più rari in natura.
I diamanti di tipo I sono stati suddivisi in ulteriori sottogruppi: tipo Ia (gruppi di atomi di N) ed il tipo Ib (atomi singoli di N). Il tipo Ia è suddiviso ulteriormente nei tipi IaA (coppie di atomi di N) e IaB (quattro o più atomi di N).
I diamanti di tipo II sono a loro volta suddivisi in due sottogruppi: IIa (assenza di elementi in traccia) e IIb (presenza di B).
Alcuni autori hanno identificato con il tipo Ic diamanti con presenza di difetti (dislocazioni) strutturali (non legati alla presenza di N) e con il tipo IIc diamanti contenenti idrogeno (H).
Queste suddivisioni hanno interesse puramente scientifico e non hanno nessun collegamento al valore della gemma.
(per presenza di boro - ovale)
e blu violaceo
( per presenza di idrogeno - rotondo)
a confronto
Il più famoso diamante blu nella storia è l’Hope; il celebre mercante Jean-Baptiste Tavernier (1607-1689), durante i suoi viaggi in India, comprò un diamante di colore blu del peso di circa 112 ct che vendette a Re Luigi XIV. Si ritiene che da questa pietra sia stato proprio ricavato il celebre Hope, del peso di 45,52 ct. Essendo così rari sono molto apprezzati sul mercato della gioielleria.
I diamanti di colore verde naturale, propriamente detto, sono estremamente rari, il loro colore è dovuto a irraggiamento naturale; famoso nel mondo è il Dresden Green.
Idrogeno e nichel sono in parte responsabili della componente verdastra presente in alcuni diamanti e sono anche responsabili del cosiddetto effetto “camaleonte”, ma di questo se ne parlerà in un altro articolo.
Alcuni diamanti hanno la caratteristica di presentare una colorazione verdastra legata alla presenza di una particolare luminescenza. Questo tipo di pietre decisamente raro in natura vengono chiamati “green emitter”. La maggior parte dei diamanti verdi, sono ottenuti mediante differenti trattamenti oppure sono sintetici.
Abbiamo visto precedentemente che l’azoto può collocarsi nel reticolo cristallino del diamante secondo differenti configurazioni. I diamanti di tipo Ib, oltre ad essere molto rari in natura, presentano un colore giallo molto intenso (canary yellow). La maggior parte dei diamanti che vengono estratti in natura mostrano una colorazione da lievemente paglierino a gialla intensa; in questo caso il colore è dato dall’unione di tre atomi di azoto (“Cape yellow”, lieve colorazione gialla – “fancy”, intensa colorazione). In commercio si possono trovare diamanti gialli ottenuti per trattamento o essere sintetici.
Trovare un diamante naturale di colore arancio, propriamente detto, è una impresa decisamente difficile se non impossibile. Il colore arancio (puro) nei diamanti, è molto raro, anzi quasi inesistente. Tale colore viene invece spesso citato come sfumatura aggiuntiva/accessoria di una tonalità principale dominante come il bruno, il rosa o il giallo (Es: bruno con sfumatura arancio, giallo-arancio, rosa arancio, ecc.). Quasi sempre è associato a diamanti aventi colore da mediamente saturo a molto saturo (fancy - fancy intense). Vista la rarità e la bellezza delle gemme che hanno la presenza naturale di tale sfumatura, il valore di questi diamanti è decisamente alto. E’ bene ricordare che in molti casi, il colore che osserviamo nei diamanti, non è generato da una singola causa ma è il risultato della somma di diverse cause. Una sfumatura arancio può essere generata dall’insieme di colori rosati associati ad esempio ai cosiddetti “centri ambra” responsabili di colori bruno dorati. I cosiddetti “centri ambra” pare siano dovuti ad una deformazione plastica del reticolo.
Gli unici diamanti di colore arancio propriamente detto, “famosi” o conosciuti al mondo sono il “Pumpkin Diamond” di 5.54 ct di proprietà di Harry Winston che è stato indossato da Halle Berry nel 2002 durante la notte degli Oscar e il diamante di colore “vivid orange” di 7,53 ct scoperto recentemente dalla ditta Namakwa nelle sue miniere della North West Province in Sudafrica.
Diamanti rossi propriamente detti, sono rarissimi; infatti nella maggior parte dei casi si parla per lo più di rosa. Il colore rosato di alcuni diamanti naturali è dovuto ad una deformazione plastica. In commercio si possono trovare diamanti rossi ottenuti per trattamento o essere sintetici.
Il colore nero, propriamente detto, nei diamanti non esiste, il colore nero risultante è dovuto alla presenza di inclusioni di grafite o altri minerali come per esempio: magnetite, ematite, ferro nativo e solfuri.
I diamanti di colore “bianco”, inteso come aspetto lattiginoso, sono di solito ricchi di idrogeno; un effetto biancastro nei diamanti può essere causato da una forte fluorescenza alla luce del giorno.